Retex Un altro tema d’importanza centrale e, apparentemente, contraddittorio. La Cina è nativamente digitale, leader indiscussa di questo mondo iperconnesso. Ciò nonostante, è tutt’altro che autosufficiente dal punto di vista della tecnologia. Di fatto, dipende dai chip di Taiwan, Giappone e Sud Corea. Questo, in un quadro generale, dove ciclicamente ritorna il sanzionismo americano, Corea e Giappone vanno insieme alla guerra dei microchip e Apple vuole diminuire il peso della Cina nella componentistica per spostarsi sull’India.
FBF Il caso di Taiwan è a sé, spesso malinteso nel nostro Occidente: esiste, ovviamente, il problema di una nazione che, in Cina, è invece considerata casa e da questa, peraltro, proviene il 70% delle forniture tecnologiche, con rilevanti insediamenti industriali nel territorio continentale. Quanto al sanzionismo americano, non ha mai avuto impatti decisivi, è solo uno degli aspetti di una relazione complessa tra i due paesi, che per entrambe le parti comprendono anche il tema della sicurezza nazionale, ma, alla fine, sono reciprocamente partner commerciali strategici.
Retex Non credo di scoprire chissà che, dicendo che i parametri di giudizio reciproci non possono poggiare su misure comuni. Ho un po’ di familiarità con la cultura americana, e sono convinto che non si sia liberata dalla miopia, pur comprensibile data la leadership consolidata nel secolo precedente, con cui giudica modelli diversi dai suoi. Penso a Bill Clinton che, nel 2000, disse “Noi siamo una società libera, e gli effetti di internet su di noi sono già evidenti. Pensate a quanto cambierà la Cina” (in senso politico). O, più recentemente, a Joe Biden, nel 2014: “la Cina non innova perché il suo sistema politico rende impossibile la creatività”.
FBF Il tema della libertà di espressione non può essere eluso: in Cina deve crescere, e crescerà, anche se non verrà meno la logica del controllo. Questo, peraltro, è applicato anche ad ambiti della vita online che, da noi, hanno dato luogo a derive incontrollabili e pericolose. Tornando sui social, per esempio, se hai meno di 14 anni su alcuni di questi non puoi passare più di 40 minuti al giorno. Il punto essenziale, comunque, è che la Cina si è trasformata da fabbrica a laboratorio tecnologico del mondo. È produttrice di buona parte di ciò che usiamo e, ora, l’indipendenza dai paesi che hai citato - più avanzati non nel design del chip, ma nelle tecnologie associate alla produzione - è un obiettivo complementare e primario. C’è la massima consapevolezza che ricerca e sviluppo sono il tramite indispensabile alla crescita tecnologica, a sua volta premessa della crescita globale. Risultato già raggiunto, peraltro, nella mobilità elettrica.