L’importanza strategica della sostenibilità, per il settore, è divenuta ormai centrale al punto di coinvolgere anche nomi illustri della moda veloce, come H & M. Lo scorso febbraio, peraltro, l’azienda svedese aveva assegnato la carica di CEO a Helena Helmersson, che in precedenza occupava il ruolo di CSR manager. H & M, dopo il primo investimento del 2015 nella connazionale Sellpy, piattaforma di fashion pre-owned, ha recentemente aumentato la quota di partecipazione al 70%. Nelle intenzioni di H&M, questo nuovo finanziamento è espressione degli “sforzi strategici del gruppo per creare un’economia circolare”.
Tra i protagonisti affermati dell’eCommerce, Zalando amplia l’offerta online con capi di seconda mano per i clienti di Germania e Spagna. L’azienda tedesca, inoltre, rinuncia completamente alla plastica per tutti gli ordini pre-owned, puntando sulla carta riciclata.
Per i retailer, il passaggio a un modello di business circolare, la cui popolarità era già in crescita sostenuta prima della pandemia e da questa, poi, ne è stata significativamente aumentata, supporta la competitività in un mercato in cui le alternative sostenibili crescono in proporzione alle difficoltà del fast fashion.