Retex Alessandro, Salvatori è sempre stata dedita all’innovazione, con una caratterizzazione molto più marcata rispetto alla media impresa italiana. Non mi sorprende, quindi, parlare del vostro orientamento a sistemi evoluti di eCommerce, ma vorrei iniziare dalle ragioni che ne hanno indotto l’adozione.
Bedini (Salvatori) Volevamo puntare su una piattaforma tecnologica, multivalute e multilistino ma non multicountry, più adeguata ai nostri bisogni ed essere più incisivi in contesti dove sono fondamentali le metriche che misurano l‘esperienza dell’utente in un sito, e ne influenzano il posizionamento SEO nella ricerca. La scelta di tecnologie headless commerce ne è stata la conseguenza logica.
Pegoraro (Atoms) Questo, peraltro, è particolarmente adatto ai processi d’internazionalizzazione. I servizi non sono più erogati globalmente da un singolo server geografico, facilitano la localizzazione dei bisogni e delle performances e si distinguono per scalabilità.
Retex Massimo, a maggio, ha partecipato all’Headless Commerce Summit. L’evento ha dato indicazioni esplicite sulla progressiva evoluzione delle tecnologie headless verso il composable commerce che, in realtà avanzate, è già storia di vite vissute. A un primo colpo d’occhio, sembra esprimere la tendenza ancora più forte a diminuire le complessità rispetto agli obiettivi di business, con integrazioni modulari per soluzioni rapide.
Pegoraro (Atoms) Provando la sintesi, il composable commerce è il tramite in cui un’azienda può selezionare e integrare le migliori risorse disponibili (content management system, piattaforma transazionale, motore di ricerca e altro) disponibili sul mercato per soddisfare le proprie specifiche esigenze. Dal nostro punto di vista, si tratta di recepire il bisogno e tradurlo in un layer, lavorare su un elemento senza interferire sugli altri. In questo senso, headless e composable commerce sono la risposta migliore in un contesto dove la libertà di azione può significare molto nella strategia commerciale.