I punti fermi comuni a tutta l’Europa sono la ricerca della massima sicurezza e la consapevolezza della provvisorietà della situazione, legata alle successive misure delle conseguenze dei provvedimenti. Sull’applicazione di questi, non esistono orientamenti comuni e ogni paese procede secondo criteri propri.
La Francia è stata tagliata in due tra dipartimenti e regioni classificati in zone verdi o rosse. Quest’ultime presentano un grado d’allarme elevato, sia per i livelli di contagio che per la pressione sulle strutture ospedaliere. Nelle prime, invece, beneficeranno della riapertura alcune tipologie di commercio, esclusi i centri commerciali superiori ai 40 mila metri quadrati di superficie.
La fase 2 della Spagna esclude le due zone di maggiore importanza, Madrid e Barcellona, che resteranno ancora ancora sottoposte a severe restrizioni. Saracinesche alzate solo nei Paesi Baschi, in Galizia e in 6 province andaluse per i negozi al di sotto dei 400 metri quadrati, purché non all’interno di centri commerciali o parchi di medie dimensioni. A soffrire del provvedimento, soprattutto, la rete commerciale dei principali operatori fashion, come Mango a Inditex, che da lungo tempo hanno optato per punti vendita di ampia metratura.
La Germania ha deciso già dal 20 aprile la riapertura per la maggior parte dei negozi inferiori agli 800 metri quadrati.
Nel Regno Unito, la fase 2 inizierà dal primo giugno, ma subordinata all’evoluzione della pandemia nel paese. L’esecutivo di Boris Johnson non ha ancora dato, peraltro, indicazioni precise sulle merceologie interessate. Nulla di cui stupirsi, oltremanica si lavora al recupero del ritardo maturato. Le prime misure di contenimento sono state adottate, infatti, solo il 23 marzo.