I numeri del 2022 avranno bisogno di un po’ di tempo ancora, prima di passare in archivio nel loro valore definitivo. Confrontando le proiezioni degli analisti di mercato, però, è possibile una previsione già attendibile dei volumi del retail internazionale.
Nell’anno in chiusura, le vendite al dettaglio globali dovrebbero attestarsi intorno ai 27 trilioni di dollari¹ (erano 23,7 nel 2020) con un incremento di poco inferiore al 5% sull’anno precedente. Crescita superiore alle aspettative manifestate nei primi mesi, pur se rapportata all’impennata registrata tra il 2020 e il 2021, quando il tasso di crescita aveva sfiorato il 10%. A beneficiarne, soprattutto, le aree a più alto potenziale di sviluppo: Medio Oriente e Africa, con tassi di crescita fino al 16% complessivo, Sud-Est asiatico al 9%, la regione Asia-Pacifico e l’America Latina tra il 5% e il 6%. Europa Occidentale e Nord America invece, si posizioneranno intorno ai due punti e mezzo di crescita². Nel 2023, la crescita globale dovrebbe aggirarsi intorno al 4%, con una leggera decelerazione.
Il commercio digitale sta subendo un rallentamento fisiologico e prevedibile, da considerarsi in relazione alle eccezionali fortune date dall’emergenza sanitaria, ma continua a crescere. Il valore previsto, nel 2022, è di 5,7 trilioni di dollari (erano 5,2 nel 2021 e 4,2 nel 2020). Il tasso di conversione medio dei siti commerciali di tutti i settori è in sensibile aumento, come l’incidenza sui valori del retail globale. Ma, come vedremo, i problemi non sono pochi né piccoli.