Zhang Yi è il CEO di iiMedia Research Institute, uno delle più importanti società cinesi di analisi del mercato, attiva da Canton alla Silicon Valley. “Dopo 20 anni di crescita rampante, una riforma drastica dell’industria cinese di internet è urgentemente necessaria“. Queste le sue parole, riferite da Global Times, tabloid prodotto dall’organo ufficiale del Partito Comunista Cinese, il Quotidiano del Popolo.
A febbraio, ByteDance, proprietaria della piattaforma Douyin (TikTok, nel nostro Occidente) ha intentato a Pechino una causa contro Tencent, lamentando il blocco, da parte di quest’ultima, della condivisione di contenuti sulle piattaforme WeChat e QQ. In altri casi, le piattaforme e-commerce Taobao e Tmall di Alibaba non permettono di utilizzare il servizio di pagamento WeChat Pay di Tencent come opzione di pagamento.
Per Zhang, i monopoli rendono difficile l’innovazione. Se, agli esordi della rete, la concorrenza tra imprese è stata relativamente equa, con una pratica commerciale rivolta all’acquisizione di nuove e larghe fasce d’utenza, con l’aumento della concentrazione del mercato le cose sono cambiate radicalmente. Permettere i link dei siti rivali, nell’opinione di Zhang, indurrà una scossa positiva che stimolerà nel lungo termine l’innovazione interna, di cui beneficeranno le piccole e medie imprese oggi, di fatto, escluse dalla competizione.
Nello stesso senso vanno le parole di Liu Dingding, altro analista di rilevanza internazionale: “L’apertura e la cooperazione sono i temi principali del nostro tempo. Bloccando i loro rivali, i giganti di internet stanno rovinando le prospettive di sviluppo. Internet non dovrebbe mai svilupparsi nella direzione di una rete locale“.