Secondo gli analisti di World Bank, la classe media cinese ha avuto dei ritmi di crescita tra i più veloci al mondo, passando da 39,1 milioni di persone (3,1% della popolazione) nel 2000 a circa 707 milioni (50,8% della popolazione) nel 2018. Un aumento di 47,7 punti percentuali, a cui nessun altro paese si è uniformato, fatta parziale eccezione per la Russia (cresciuta dal 28,2% della popolazione al 71,5%). Per avere una dimensione corretta del fenomeno, e della sua importanza commerciale. è utile citare il dato relativo agli tre paesi BRICS: Brasile (21,1), Sudafrica (7,4), India (4,5).
A oggi, la gran parte del ceto medio mondiale vive nel nostro vecchio Occidente, ma, entro il 2030, più della metà del potere d’acquisto dei consumatori, al netto dell’inflazione, si troverà a Oriente. La Cina, in particolare, entro il 2030 dovrebbe essere il primo paese al mondo a contare su una classe media (secondo i parametri di reddito locali) eterogenea, ma superiore al miliardo d’individui. Nel 2020, secondo l’Ufficio nazionale di statistica cinese, il reddito disponibile pro capite è cresciuto del 4,7% su base annua. La maggiore capacità di spesa, in crescita costante da anni, è una delle ragioni delle ragioni del positivo andamento del settore, oltre la naturale pausa indotta dalla pandemia. In linea generale, l’età media della popolazione è calata e il target cui rivolgersi si è molto allargato negli ultimi anni.