In questa situazione d’incertezza, per Bain l’importanza della Cina per gli operatori del lusso sarà ancora più decisiva, arrivando a sostenere entro il 2025 quasi il 50% del mercato globale, stimato in un valore globale sicuramente superiore ai 300 miliardi di euro.
Il nostro occidente sta avendo una ripresa molto lenta o che, in alcuni comparti, ancora non è iniziata. Il turismo è pesantemente in difficoltà a causa dei divieti di spostamento, i department stores stanno aggravando la crisi già in essere, alcune categorie del lusso hanno pagato la mancanza di valide piattaforme di vendita online per compensare la chiusura del canale fisico.
Nel caso della Cina, invece, la presenza di una consolidata infrastruttura digitale per il commercio ha contenuto la flessione della domanda di lusso e, in una certa misura, non l’ha nemmeno subita.
Lo scorso anno, Bain prevedeva che entro il 2025 la metà della spesa cinese per il lusso avrebbe interessato il mercato interno. La pandemia potrebbe avere rafforzato questa tendenza, con una quota consistente di spesa indirizzata sui marchi nazionali. Per competere, i marchi globali dovranno localizzare al massimo la propria offerta.
La Cina, per il lusso, presenta valori di prim’ordine. Tra questi, l’espansione della base di consumatori più giovani, di età inferiore 45 anni, che sosterrà il 150% della crescita del mercato del lusso entro il 2025. Millennials e Generazione Z rappresenteranno il 50% del mercato, che inevitabilmente vedrà regredire la presenza dei baby boomer.