Il settore della ristorazione è stato quello più duramente colpito dalle misure restrittive imposte dai vari lockdown. Nel 2020, secondo i dati Fipe, la ristorazione ha perso 37,7 miliardi di euro e il colpo più duro al settore è arrivato nel quarto trimestre 2020, a cavallo del periodo natalizio estremamente redditizio per il settore, quando le perdite hanno superato i 14 miliardi di euro, con i ricavi in perdita del 57,1%. Lo spettro del fallimento ha determinato un effetto “corsa agli armamenti” che si è tradotto in un’accelerazione urgente e immediata nei processi di integrazione di soluzioni tecnologiche, tale da costringere molte strutture a fare ingenti investimenti.
Secondo quanto emerso dalla fotografia scattata dall’Osservatorio eCommerce B2c, della School of Management del Politecnico di Milano e da Netcomm, nel nuovo scenario generato dalla pandemia molti negozi fisici del comparto alimentare e numerose attività della ristorazione si sono avvicinati per la prima volta al mondo e-commerce. Tuttavia, non dobbiamo considerare il salto tecnologico di questi mesi una parentesi, ma ciò che è stato duramente imposto alla ristorazione per garantire la sopravvivenza è dunque qui per restare, complice il comportamento dei consumatori, che in questi mesi hanno sviluppato nuove abitudini legate all’utilizzo di soluzioni digitali alle quali non hanno intenzione di rinunciare.