Nel 2020, l’ eCommerce B2C nel mondo vale circa 4.300 miliardi di dollari, quasi il 28% in più rispetto all’anno precedente. Nel 2021, dovrebbe crescere di un ulteriore 14%, fino a quota 4.891 miliardi. Rappresenta, a oggi, il 18% del totale vendite retail, contro il 13,6% del 2019; un dato positivo, considerando che le vendite al dettaglio hanno subito una flessione globale media del 3%.
L’area Asia-Pacifico detiene saldamente la leadership degli acquisti online, al 63% della quota mondiale. Guardando all’incidenza delle vendite e-commerce B2C sul totale del retail, la Cina è al primo posto della classifica mondiale, con il 44% di incidenza. Segue la Corea del Sud con il 29%; poi, UK al 28%, Danimarca al 19%, Norvegia al 18%, e Stati Uniti al 15%. Volendo considerare la spesa pro capite degli e-shoppers, nel mondo ci sono 3,5 miliardi di consumatori che comprano online, spendendo mediamente 703 dollari a testa all’anno.
In Italia, secondo le stime dell’Osservatorio del Politecnico di Milano, l’incidenza del retail online sul retail complessivo è all’8% e, dal punto di vista della spesa pro capite, il nostro paese è sotto la media mondiale, con una spesa annua per consumatore di 619 dollari. In questo scenario, per far sì che l’export italiano possa eccellere sulla scena internazionale, sono indispensabili coerenza e continuità tecnologica tra “dentro” e “fuori”. La morale è semplicissima: per raccogliere quanto desiderato all’esterno, si deve mettere mano all’interno, accelerando ogni aspetto della trasformazione digitale. Là fuori, nessuno ci aspetta.