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ESG, quanto costa non fare?

19/03/2023

ESG, quanto costa non fare?

Conversazione con Zornitza Kratchmarova - Nel 2014, in un convegno al Lingotto di Torino, Retex si propose sul tema dell’evoluzione della Corporate Social Responsibility verso il più ampio contesto dell’innovazione sociale. In sintesi, l’intervento si focalizzava sulla necessità di creare valore condiviso tra impresa, società civile e stato. L’osservazione e l’applicazione dei corretti principi ambientali, sociali e di gestione sono parte della nostra storia e della nostra natura. Nove anni dopo, abbiamo deciso d’integrare le professionalità e le competenze maturate nel tempo, in ambiti diversi e da diverse brand del nostro gruppo, in un presidio specifico e unitario, assegnandone la guida a Zornitza, quale ESG Lead, con riporto diretto all’Executive Board.

Dietro le sigle: da CSR a ESG, cosa è cambiato

Retex Proprio in quel convegno, mi trovai a definire e, poi, a discutere quello che pensavo essere il grande equivoco della Corporate Social Responsibility: per i più, una sorta di tassa da pagare per la promozione dell’immagine aziendale. Un bellissimo report di sostenibilità, alla fine dell’anno, cui non corrispondeva nessuna pratica concreta al riguardo. Ricorderò sempre la confidenza che mi fece un direttore marketing, qualche giorno prima di un evento pubblico dove ne avrebbe parlato: “devo inventarmi qualcosa”. Facciamo i conti di cosa è cambiato, da allora.

ZK  È cambiata la sensibilità comune vero i temi ESG, innanzitutto. Una vera e propria maturazione che, spesso, ha precorso e condizionato gli orientamenti delle aziende, fino a diventarne un riferimento irrinunciabile sul modo di stare sul mercato. Se, da una parte, ha larga diffusione, ancora, il “continuo a inquinare, e pianto alberi”, d’altra parte, invece si lavora sempre di più al cambio radicale di paradigma: da “restituzione al territorio e alla comunità” a “parte integrante del modo d’essere e di fare i risultati”.

Retex Bene, stiamo parlando delle solite e grandi differenze, riguardo a ESG, tra ipocrisia e modelli reali di business e di organizzazione.

ZK Una visione alta del rapporto tra impresa e comunità, del resto, non è facile da trovare. Una figura come Adriano Olivetti non nasce tutti i giorni. È indicativo il  fatto che la stessa Fondazione a lui intitolata lo presenti come “industriale e innovatore sociale”.

L’elusione è un costo

Retex La CSR era intesa, perlopiù, come compensazione del danno fatto, una sorta di risarcimento minimo o, peggio, una scusa simbolica, per ciò che l’azienda infligge a chi e cosa ne sta intorno. Ma, qui, arriviamo, al punto: oggi, a una corretta pratica ESG, serve una premessa fondamentale: la chiarezza dello scopo aziendale, ciò che comunemente viene detto “purpose”.

ZK Credo che i vertici delle grandi imprese siano consapevoli di questo, diversamente il mercato le punirebbe immediatamente. Ma è sempre più vero anche per le medie imprese: se chiedi un finanziamento a una banca, sarà sempre più difficile ottenerlo, senza avere le carte ESG in regola. Dalla consapevolezza, però, alla capacità di tracciare un piano operativo il passo è lungo. Se questo è già chiaro dal punto di vista finanziario, molto presto lo sarà anche dal punto di vista legislativo. Il cambio di approccio di qualsiasi azienda ad ambiente, società e gestione è nei fatti: fino a qualche tempo fa, potevi chiederti “perché farlo?”. Adesso la domanda è “quanto costa non farlo?”.

Retex Parli della rendicontazione non finanziaria, immagino.

ZK Sì, le direttive UE sono chiare. Sarà obbligatoria per le società quotate, ma dal 2025, entro certe soglie dimensionali, si dovrà disporre un bilancio consolidato unico dei risultati economici e dei dati d’impatto.  Si parte con le aziende medio-grandi ma, successivamente, impatterà tutti, o quasi.

Retex Immagino che per assumere i principi ESG, e farne parte della strategia aziendale, ci siano linee guida internazionali, cui fare riferimento.

ZK In linea generale, si deve guardare all’ Agenda 2030 dell’ONU. In quella sono definiti i 17 obiettivi globali per lo sviluppo sostenibile, che riguardano e coinvolgono tutti i Paesi, in ogni componente sociale ed economica:  settore privato e pubblico, comunità civile, informazione e cultura. Di questi, ne abbiamo identificati 5 su cui possiamo operare concretamente. Comunque, è facilissimo rendersi conto di quanto il vento sia definitivamente cambiato, anche negli orientamenti della finanza internazionale.

Retex Mi avevi parlato di Blackrock, infatti.

ZR Certo, è la più grande società di investimento del mondo: gestisce un patrimonio di circa 10.000 miliardi di dollari, di cui un terzo in Europa. Basta leggere le parole spese solo un anno fa, e confermate nei giorni scorsi, dal suo CEO, Larry Fink: “L’anno scorso ho scritto che i prossimi 1.000 unicorni non saranno motori di ricerca o società di social media. Molti di loro saranno innovatori sostenibili e scalabili, startup che aiuteranno il mondo a decarbonizzarsi e a rendere la transizione energetica accessibile a tutti i consumatori. Io ci credo ancora”.

Guerra ed emergenze

Retex Faccio l’avvocato del diavolo: i principi ESG reggono alla guerra e alle emergenze?

ZK Sì. Può sembrare strano, ma reggono. Nell’anno che ci separa dall’inizio dalla guerra in Ucraina, non abbiamo rilevato rallentamenti o spinte in senso contrario. Il timore reale, semmai, è per la disponibilità finanziaria utile allo scopo, ma penso che la paura abbia ceduto il passo alla consapevolezza dell’importanza della posta in gioco. Del resto, tu pensa che Connexia, prima dell’arrivo in Retex, è diventata società benefit proprio quando la paura segnava il vivere comune: durante il primo lockdown da COVID-19.

Retex Se guardo alla E(nvironment), per un azienda manifatturiera il tipo d’impegno è chiaro: si guarda alla produzione, alle emissioni, alla catena di fornitura. Per chi fa servizi, dove si guarda?

ZK Un azienda IT è energivora, per definizione, e il contenimento dell’impatto è un obiettivo prioritario. Guarda a una fondazione globale come Green Software, il loro manifesto non potrebbe essere più chiaro: “il nostro obiettivo è la riduzione dei gas serra, non la neutralizzazione”. Questo è il nostro mondo, dove lo scambio continuo di best pratices è norma di comportamento. In Retex, stiamo guardando tutti i processi di lavoro, per tracciare la carbon footprint, che stima le emissioni causate da un dispositivo, da un servizio, da un’organizzazione, da un evento o da un individuo. Da lì, definiamo la roadmap necessaria al raggiungimento dell’obiettivo.

Retex Faccio l’avvocato del diavolo, per la seconda volta. Non è possibile che queste scelte siano troppo avanti rispetto alla reale sensibilità sociale? Se penso all’inclusione, per esempio, i segnali negativi non mancano, di sicuro.

ZK Io sono ottimista, e trovo le ragioni del mio ottimismo in alcune evidenze generazionali. I Millennials, per esempio, sono esposti più di qualunque altro gruppo sociale alle preoccupazioni per l’ambiente. Chi è nato dopo di loro, invece, avverte molto il tema dell’inclusione. I colloqui di assunzione sono un test validissimo della propensione ESG delle nuove generazioni: oggi, succede facilmente che un candidato chieda informazioni o, addirittura, rassicurazioni, sulla condotta di un’azienda. Fino a qualche tempo fa, non sarebbe mai successo.

Valore D

Retex Inclusione, si diceva. Raccontami della nostra adesione a ValoreD.

ZK Ne sono molto orgogliosa. Valore D è un’associazione di imprese nata per diffondere l’equilibrio di genere e l’inclusione nelle aziende e nel Paese. Si parla di una realtà di centinaia d’imprese aderenti, per un giro d’affari aggregato di 500 miliardi di euro, a cui fanno capo quasi due milioni di dipendenti. Per Retex, un approdo naturale: la valorizzazione delle persone nel migliore contesto etico ambientale è quasi un distintivo.

Retex Cosa hai messo in agenda?

ZK Il primo passo sarà contribuire alla realizzazione del primo Playbook dell’Empowerment Femminile, ovvero una guida il più possibile completa di buone pratiche, con un focus su 3 delle 6 missioni del PNRR. Verrà presentata alle istituzioni, perché comprendano quanto di buono c’è nel Paese e incentivino altre realtà a fare altrettanto. Ma, ripeto, sarà solo il primo passo. Le iniziative in atto sono tantissime.

Retex  Bene, provo la sintesi: per stare sul mercato, ormai, bisogna sapere stare al mondo. Per fare business, quindi, serve la licenza sociale. Giusto?

ZK Giustissimo.

Michele CapriniHead of content