Già prima della pandemia, l’eCommerce aveva aumentato radicalmente il suo peso strategico. Nonostante la crescita impressionante del canale, però, questo rappresenta ancora una parte minore delle vendite totali al dettaglio: nel mondo, circa il 16% (Statista), in Italia, nel 2020, non è arrivato all’8% (Osservatorio POLIMI), pur in un andamento fortemente differenziato tra le merceologie.
Proprio i grandi retailer tradizionali, peraltro, hanno fatto dell’innovazione digitale un vantaggio decisivo nella competizione; una forte presenza online, articolata sulla vendita e, sempre più marcatamente, sui servizi accessori si è dimostrata la migliore premessa all’aumento delle visite al negozio e alla fidelizzazione del cliente. Questo vale per ogni operatore del commercio, piccolo o grande esso sia.
L’eCommerce di prossimità unisce i vantaggi dell’acquisto sul web con le prerogative tipiche del negozio di vicinato. Brick and click, insomma. Per le piccole insegne, un’opportunità di reagire alle circostanze imposte dall’emergenza e di sottrarsi alla pressione congiunta del supermercato e degli shopping center digitali. Consegna a domicilio e ritiro al negozio, reso più facile, scelta del prodotto dall’ampia vetrina online e magari da un catalogo, visione e prova diretta, drop shipping per non caricare l’inventario e ridurre l’invenduto. Si tratta, ovviamente, di aggiustare il tiro con l’esperienza. Per correggere, quindi, i problemi in prima battuta inevitabili come, per esempio, la carenza di competenze specifiche nella gestione della catena logistica.
Di fatto, individualmente o in varie forme associative, per il commercio di prossimità cresce la trasformazione digitale di attività diverse che, combinate, hanno lo stesso obiettivo: portare o riportare il cliente in negozio. Con i brick o con i click, è lo stesso.