“Il sonno della ragione genera mostri” è un’opera del 1797 realizzata dal pittore spagnolo Francisco Goya. A un’epoca ancora precedente, la peste a Milano nel 1630, si richiama invece “I promessi sposi”, il romanzo in lingua italiana più letto nel mondo. Lo scrisse l’illustre milanese Alessandro Manzoni, nel 1827.
“Dentro quelle pagine c’è già tutto, la certezza della pericolosità degli stranieri (ieri alemanni, oggi cinesi, ndr), lo scontro violento tra le autorità, la ricerca spasmodica del cosiddetto paziente zero, il disprezzo per gli esperti, la caccia agli untori, le voci incontrollate, i rimedi più assurdi, la razzia dei beni di prima necessità, l’emergenza sanitaria”, ha scritto Domenico Squillace, preside del liceo Volta di Milano. Con l’invito ai ragazzi a “non farsi trascinare dal delirio collettivo, a continuare con precauzioni una vita normale”.
Italia, Cina, coronavirus. È passata una settimana di emergenze, di numeri preoccupanti quanto di difficile verifica, di decisioni che tradivano l’incertezza delle istituzioni, di comparsa sui social di virologi della domenica, di monetizzazioni politiche della paura e d’isterismi della nostra quotidianità, anche dove meno ce li saremmo aspettati. Le ricadute sul lavoro dovranno essere quantificate, e nulla induce all’ottimismo, quelle sull’immagine dell’Italia sono già consolidate nel mondo, negativamente.