Barnes & Noble, per lungo tempo il più grande rivenditore di libri del mondo, è uno dei nomi che hanno fatto la storia del retail. Oggi, dopo l’acquisizione da parte del fondo d’investimento Elliott, è ancora una realtà da quasi 4 miliardi di dollari, il doppio dell’intera distribuzione libraria italiana.
La violenta crisi che ha investito il settore dal 2010 ha spazzato via i principali attori del mercato americano. E’ stato il caso, per esempio, del gruppo Borders, 600 librerie e 20.000 dipendenti al momento della liquidazione, nel febbraio 2011. Le cause? All’epoca, Forbes commentò così: “Il mercato punisce duramente e rapidamente i ritardi di adattamento alle nuove realtà digitali”.
Eppure, dalle vicissitudini di Barnes&Noble è nata un’eccellenza del retail sia per il modello di business sia per il target di riferimento, la cosiddetta Generazione Z. Questo gruppo di consumatori, che comprende i nati tra il 1990 e il 2000, rappresenta una quota significativa delle vendite globali del paese. Il 40%, addirittura, secondo le stime di Vend, uno dei più importanti produttori di dispositivi e software per il punto vendita.