È prematura una stima di buona approssimazione di cosa, degli effetti del lockdown, sarà definitivo sui comportamenti dei consumatori nel mondo. Il mantenimento delle distanze sociali non sarà un fenomeno di breve durata e potrebbe condizionare il comportamento di centinaia di milioni di persone. Molti clienti, che già facevano acquisti online o a questi si sono orientati a causa del COVID 19, potrebbero ridurre sensibilmente la frequentazione di luoghi chiusi.
In Asia, da Bangkok a Singapore, colpiti dalle conseguenze della pandemia, interi centri commerciali stanno virando verso l’eCommerce. A Singapore, le vendite al dettaglio di maggio sono crollate del 52,1% rispetto al 2019, massima punta negativa da quando, nel 1986, questa piazza ha iniziato a macinare record. L’economia, nell’ultimo trimestre, è caduta in recessione.
Marina Square, tra i più importanti al mondo, situato tra alberghi di lusso e attrazioni turistiche nel centro dell’isola, sta strutturando la propria replica virtuale grazie al supporto di Lazada. L’azienda, dal 2016 controllata dal gruppo Alibaba, è il maggiore operatore di e-commerce nell’area comprendente, oltre a Singapore, Indonesia, Malesia, Filippine, Thailandia e Vietnam.
È presto per disegnare percorsi e dimensioni del fenomeno che, sicuramente, finirà per coesistere con i centri commerciali tradizionali e non certo per sostituirne la presenza globale. Ma il processo è partito con particolare incisività proprio ad oriente, dove si stanno spostando gli equilibri internazionali del retail, e i confini di competenza andranno sicuramente definiti.